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  METAFISICA  AMBIENTALE

                           

Innanzitutto, una premessa: termini come space clearing , clutter clearing , decluttering , dejunking e washing up non hanno nulla a che fare con il fengshui . Sono tutte denominazioni recenti, nate in occidente sull'onda della new age , slegate dalla tradizione zen e taoista, e generalmente finalizzate al business. Il fengshui non parla di ordine e disordine, non dice di “buttare via” o di liberarsi del superfluo, non dice di togliere gli scatoloni da sotto il letto o sopra gli armadi, non dice di non impilare le riviste dietro le porte. Eppure, se si seguono le indicazioni del fengshui , sarà più facile “buttare via”, liberarsi del superfluo, rimuovere riviste e scatoloni. Anzi, sarà automatico. Succederà in modo naturale. Sì, perché il fengshui ci insegna due concetti molto semplici: (1) il qi , cioè l'energia, deve poter circolare liberamente, altrimenti si trasforma in (2) sha , cioè ristagni (blocchi energetici). Punto.

 

  Facciamo dunque una carrellata di questi termini e dei vari contributi che ci offre la letteratura degli ultimi vent'anni, in modo da verificare quanto e cosa possa eventualmente tornarci utile. Iniziamo con lo specificare che mentre con space clearing si intende la “pulizia esoterica” di un ambiente (cioè una sorta di rituale di purificazione da spiriti o presenze o energie negative di abitanti precedenti: Stefan Vettori parla di “predecessor Chi”, si veda “Space Clearing. Pulizia energetica degli ambienti”, www.auraweb.it , rubrica “Abitare”), con gli altri termini sopra elencati si intende l'azione consistente nel fare ordine e sbarazzarsi di oggetti ingombranti, vecchi e/o superflui. Già sono, quindi, due concetti molto diversi fra loro. Se a questi si aggiunge la produzione generica su incantesimi e rituali, ci allontaneremo ancor più dallo spirito del fengshui (per chi è interessato si segnala, fra i testi migliori del genere, La casa magica di Scott Cunningham e David Harrington, 1983, trad. Mursia 2005.

 

  Iniziamo con Feng Shui di Sarah Rossbach (1983, Costa & Nolan 1992), pubblicizzato in fascetta nell'edizione del 2000 (Editori Associati) come “Il primo libro che ha introdotto in Italia l'arte orientale per vivere meglio il proprio spazio”. Non si parla di space clearing , ma uno degli ultimi capitoli si intitola “Gli spiriti della casa” e riguarda le tecniche di purificazione e consacrazione della casa secondo la tradizione fengshui (dinastia Shang) e tibetana.

  Con il classico di Eva Wong, Feng-Shui (1996, trad. Corbaccio 1999), peraltro un testo ottimo, cominciano le perplessità. Wong intitola il capitolo 19 “Spazzare via il karma di un edificio”: il che non ha senso, perché il concetto di “karma” appartiene all'induismo e non al taoismo. Nello stesso anno troviamo, di Karen Kingstone, Creare l'armonia del proprio ambiente (titolo originale: Creating Sacred Space with Feng Shui , 1996), Futura 1997: un titolo che snatura l'originale eliminando il “sacro” e anche il fengshui . Eppure il “sacro” era fondamentale, tant'è vero che il libro riporta, anche nell'edizione italiana, un'introduzione di Denise Linn, autrice a sua volta di Sacred Space: Clearing and Enhancing the Energy of Your Home , 1995, un mix di spiriti, sciamanesimo, reiki e rebirthing che nulla o quasi aveva a che fare con il fengshui . Era nato, però, il concetto di “space clearing”. E il libro conteneva, peraltro, una bella definizione che riportiamo: “home” (casa) è “a place where you can interface with the universe”, un luogo dove ci si può interfacciare con l'universo.

  Ancora del 1996 è Guida Pratica al Feng Shui di T. Raphael Simons (TEA 2000), il cui capitolo 10 si intitola “Gli effetti degli ammassi disordinati” e contiene utili quanto vaghe osservazioni sulla circolazione del qi , sul legame fra disordine ed emozioni, sull'influenza dei punti cardinali e dei cinque elementi. Nello stesso anno, e sempre in America, esce ancora Feng Shui di Kirsten M. Lagatree (Futura 1999), che dedica l'ultima parte del capitolo 7 a “disordine e chiarezza”. Il messaggio si può riassumere così: eliminare gli elementi di distrazione aumenta la concentrazione e le possibilità di successo.

Nel 1997 esce in Germania Vivere meglio con il Feng Shui (Tecniche Nuove 1998), che dedica all' “ordine” poche pagine culminanti nel sottocapitolo “La pulizia è una virtù”, ove leggiamo che “tutti i rimedi Feng Shui si basano sul presupposto che si abiti in un appartamento luminoso, ben areato e pulito”. La “purificazione” ha ormai ceduto il posto alla “pulizia”.

  Arriviamo al nuovo millennio con Mary Lambert: Ogni cosa al suo posto e un posto per ogni cosa (2000, Corbaccio 2002) è la traduzione di Clearing the Clutter . E' nato il “clutter clearing” o “decluttering”. La parola d'ordine è: “fare ordine in casa e nella vita”. Nel 2006 esce Neo feng shui di Sagar (Urra), che dedica il capitolo 12 (due facciate e mezza) a “Ordine e pulizia”. Dietro la “novità” promessa nel titolo ( neo ), comunque, non c'è in realtà gran che. La pretesa di “adattare le antiche conoscenze alla vita nel XXI secolo” non trova particolari riscontri nei capitoli che seguono, i quali non fanno che ripercorrere gli stessi argomenti di tutti i libri precedenti sul fengshui (il qi , lo sha , i cinque elementi, ecc.) senza peraltro apportare una reale e approfondita attualizzazione e contestualizzazione.

  Una novità la offre, invece, l'ingegnosa Dawna Walter, autrice della serie tv della BBC “The Life Laundry” (La lavanderia della vita) e dei due volumi How to De-junk Your Life (con Mark Franks, BBC Editions 2002) e De-Junk Your Mind (Penguin 2005). Il concetto di de-junking è ripreso naturalmente dal decluttering : junk è sinonimo di clutter , ma è un po' peggio (indica anche schifezze, spazzatura, rifiuti, non solo cianfrusaglie e oggetti inutili). Sbarazzarsi del junk è dunque la nuova parola d'ordine: i volumi promettono “soluzioni semplici per vivere in modo positivo”, e riflettono un'impostazione pragmatica, tipica del problem solving ; sono persino corredati di comode check list ed esercizi a risposta multipla. Cosa manca? Il fengshui , naturalmente. E' sparito del tutto. Non viene più nemmeno menzionato. Neanche nell'introduzione, o in nota. Meglio così…

 

  In ultimo, citiamo un prodotto nostrano: Feng Shui naturopatico dell'italiano Omar Discepoli (ENEA 2007). Un bel volume: serio, informato, modesto. Con una serie di capitoli sui “rimedi per la pulizia energetica” (oli essenziali, essenze floreali, sale, cristalli, acque e suoni). Non sarà tutto fengshui , ma almeno si torna a parlare di “pulizia energetica”, cioè di purificazione, cioè di energie sottili, e si chiarisce l'obiettivo del volume: unire fengshui e naturopatia in modo da “agire sia sull'ambiente sia sulla persona con rimedi naturopatici e vibrazionali in modo che l'armonizzazione possa avvenire in maniera globale”.

 

  Al termine del nostro studio, abbiamo deciso di non utilizzare nessuno dei termini sopra citati, ma di scegliere come titolo di questa sezione un altro termine nato in occidente, che però a differenza di tutti gli altri ci è sembrato molto suggestivo e significativo. “Metafisica ambientale” ( environmental metaphysics ) è lo studio dell'ambiente e del suo impatto su persone e animali. Il termine risale a un articolo di B. Smith e A. C. Varzi: “ Environmental Metaphysics ”, in U. Meixner (ed.), Metaphysics in the Post-Metaphysical Age , Vienna, 2001: bv&hpt, pp. 231--239 http://citeseer.ist.psu.edu/smith00environmental.html . Ci rifacciamo anche a un altro articolo molto interessante, precedente a questo di qualche anno: “ On Environmental Ethics of the Two Tao and the Ch' I ” di Chung-Ying Cheng ( issue date: Aug. 1986, vol. 01, p age 577 http://www.worldandi.com/public/1986/august/mt4.cfm ).

  Secondo l'autore dell'articolo, “l'etica ambientale del Tao non solo è basata sulla metafisica ambientale del Tao, ma diventa un tutt'uno con esso”. Egli formula inoltre quattro assiomi di una metafisica ambientale basata sulla nostra comprensione della realtà come processo del Tao e struttura del qi : (1) assioma dell'auto-trasformazione (il Tao si manifesta non come una struttura lineare ma come un processo di trasformazioni temporali, spaziali, materiali, immateriali e relazionali); (2) assioma della spontaneità creativa (esiste un processo spontaneo per cui tutto in natura tende alla vita: la vita è parte della natura globale del qi ed è in ogni sua onda e particella); (3) assioma dell'interpenetrazione (tutti gli elementi in natura sono interdipendenti e interagenti: l'intero influenza la parte e la parte influenza l'intero); (4) assioma dell'armonizzazione (tutti gli elementi in natura tendono a una relazione armonica ed equilibrata, ma tale equilibrio a un livello alto può essere spezzato se viene a mancare l'armonia a un livello basso – “ecological breakdown”).

 

  Ci siamo resi conto che pulizia, ordine, purificazione, sono concetti ridondanti e superflui se si entra nell'ottica del Tao e della metafisica ambientale. Studiare l'impatto dell'ambiente sulle persone e sugli animali comprende tutti gli ambiti in cui si interviene per armonizzare ed equilibrare: il fengshui , la radioestesia, la radionica, la cromoterapia, l'aromaterapia, la domoterapia, la bioarchitettura si collocano sul piano delle relazioni fra persona e ambiente e offrono il loro contributo per il benessere di ambedue.

 

 

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