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Pianeta Terra: lo “stato delle cose”

 

Nel XVII secolo Gottfried Wilhelm von Leibniz (1646-1716), filosofo, scienziato, matematico, sosteneva che “un sistema è un insieme di parti” e nel 1972 Humberto Maturana, studioso e teorico di biologia e cibernetica (è sua la teoria dell' autopoiesi , che integra scienza , filosofia e umanistica ) precisava: “ogni sistema è un insieme definibile di componenti”.

  Sullo spirito di questa linea immaginaria di pensiero su cui si è mossa l'attività degli studiosi di ecologia che hanno contribuito a scriverne la storia fin dai suoi albori, si inserisce a pieno titolo Manuale della Sostenibilità (Gianfranco Bologna, Edizioni Ambiente, 2008, pp. 315, stampato su carta riciclata 100%). Si tratta, e lo stesso titolo implicitamente ne dà conferma, di un vero e proprio manuale di particolare rilevanza per gli “addetti ai lavori”. Il testo, chiaro e interessante, invita però alla lettura anche chi voglia semplicemente “affacciarsi alla porta” nel complesso mondo dei sistemi ecologici che fanno parte della nostra epoca.

  Gianfranco Bologna è direttore scientifico e culturale del WWF Italia e dal 1999 è docente nella Scuola di Specializzazione in Gestione dell'Ambiente Naturale e delle Aree Protette presso l'Università di Camerino, dove insegna gestione delle risorse naturali e sostenibilità dello sviluppo. E' inoltre segretario generale della Fondazione Aurelio Peccei, sezione italiana del Club di Roma, fondato nell'aprile del 1968 dall'italiano Aurelio Peccei e dallo scienziato scozzese Alexander King, insieme a premi Nobel, leader politici e intellettuali, fra cui Elisabeth Mann Borgese. Il nome del gruppo nasce dal fatto che la prima riunione si svolse a Roma , presso la sede dell' Accademia dei Lincei alla Farnesina . Si tratta di un'associazione non governativa e non-profit di scienziati, economisti, uomini d'affari, attivisti dei diritti civili, alti dirigenti pubblici internazionali e capi di stato di tutti e cinque i continenti. La sua missione è di agire come catalizzatore dei cambiamenti globali, individuando i principali problemi che l'umanità si troverà ad affrontare in un prossimo futuro, analizzandoli in un contesto mondiale e ricercando soluzioni alternative nei diversi scenari possibili.

  Il filo conduttore del manuale è un'attenta analisi storiografica e culturale di come nel corso del tempo si sia giunti a definire il pianeta terra un sistema ecologico complesso e quali siano stati fino a oggi gli indirizzi intrapresi per la sua salvaguardia. Fino dalla prime pagine questi “sistemi ecologici” sono inquadrati secondo le loro caratteristiche; viene descritta la loro dinamicità, la loro continua evoluzione, e allo stesso tempo si è messi in guardia dalla loro tendenza a modificarsi il più delle volte in modo brusco, repentino e spesso imprevedibile.

  E proprio dallo spunto della continua evoluzione dei “sistemi ecologici” che viene redatta un'interessante carrellata sui cambiamenti del nostro pianeta nel tempo: lo stato dell'atmosfera, supposto o tangibile, dalle Ere Geologiche ai giorni nostri; il movimento della terra illustrato tramite la teoria della “tettonica a zolle o a placche” propria della litosfera; l'attuale situazione geologica; per giungere attraverso brevi cenni sulla “deriva dei continenti” all'attuale situazione della “biosfera” e alla conferma della sua continua mutazione, il tutto accompagnato dal costante interrogativo di fondo sul ruolo della specie umana nel proprio divenire e nel divenire del pianeta.

  Dopo un quadro complessivo sulla dinamicità dei sistemi che non hanno un punto di stabilità ma, appunto, sono in completo dinamismo, l'autore si sofferma a farci notare l'importanza dell'armonia e dell'equilibrio degli stessi sistemi complessi e soprattutto l'armonia che deve intercorrere tra il “sistema uomo” e il “sistema natura”, dal “climax” (stadio finale del processo evolutivo di un ecosistema che denota il massimo grado di equilibrio) all'analisi di sistemi che nel corso del tempo hanno dimostrato sia la loro utilità sia la loro inapplicabilità come modello.

  In questo contesto di delicato equilibrio ambiente-uomo è, purtroppo, sempre quest'ultimo a metterlo in discussione. Paul Crutzen ( premio Nobel per la chimica nel 1995 per “gli studi sulla chimica dell'atmosfera, in particolare riguardo alla formazione e la decomposizione dell'ozono”, studi che hanno portato alla comprensione del buco dell'ozono e al conseguente bando internazionale dei clorofluorocarburi ) ritiene che è con l'uso indiscriminato dell'energia della terra, iniziato con l'avvento della rivoluzione industriale e con la continua crescita demografica, che questo equilibrio uomo-ambiente è messo in discussione.

    Nel corso della lettura cresce gradualmente la curiosità su come sia iniziato l'approccio al “problema terra”, al “problema sfruttamento risorse” e, complessivamente, all'evoluzione del pianeta e della “specie uomo”. L'autore dedica poi un intero capitolo ai momenti salienti della presa di coscienza delle problematiche relative al pianeta: dalla teoria del già citato Crutzen sull'Antropocene, quale prima era geologica in cui è avvenuto l'inizio dello sfruttamento incondizionato delle risorse, alla dichiarazione di Amsterdam, passando per l'ipotesi GAIA (una teoria formulata dallo scienziato inglese James Lovelock nel 1979 in Gaia. A New Look at Life on Earth ), al rapporto sullo stato energetico del pianeta del 2005 con l'emendamento di un documento dal titolo Millenium Ecosystem Assessment , si ha un quadro di tipo storico sulla lenta presa di coscienza del possibile impatto ambientale sull'uso delle energie a nostra disposizione rispetto alla funzione del “sistema uomo”.

  Si tratta di un chiara esposizione di un percorso storico di circa 30 anni in cui personaggi e idee sono nati e hanno preso forma fino ad arrivare alla formulazione del concetto di sostenibilità ambientale. Un prezioso contributo critico all'attività svolta, inserito nel giusto contesto storico, sia mettendo in evidenza i grandi assenti (mondo economico) alla salvaguardia delle risorse del pianeta sia indicando, senza mezzi termini, fatti e misfatti di uomini e istituzioni.

  Sempre percorrendo quella linea di pensiero che unisce l'attività degli studiosi di ecologia, Bologna affronta, dopo averci fornito le basi per comprendere appieno il problema, la “scienza della sostenibilità”. Troviamo così, esposti con chiarezza e precisione, concetti quali resilienza e vulnerabilità di un sistema, l'effetto del caos di un sistema che ne determina la propria entropia e il concreto equilibrio dello stesso sistema che viene permesso grazie alla cosiddetta neg-entropia. Tutto questo perseguendo una modalità di trattazione tecnicamente puntuale che chiarisce concetti complessi evidenziandone il contesto storico-culturale in cui sono nati e in cui hanno preso gradualmente forma.

  Secondo l'autore è giunto il momento di condurre il lettore, oramai dotato di un proprio background culturale, al modo di praticare la “sustainability science” in tutta la sua complessità. Ci ricorda, infatti, che i sistemi complessi naturali, come peraltro quelli sociali, possono intervenire sul proprio stato o attraverso modifiche progressive a seguito di formazione o di autorganizzaione al proprio interno oppure attraverso cambiamenti improvvisi che comunque conducono il “sistema” in uno stato di auto-equilibrio mediante i cosiddetti cicli adattivi. In ogni caso le azioni da applicarsi in ordine alla sostenibilità ambientale devono essere misurate sulla base di specifici “indicatori biologici” e di “contabilità ambientale” quali strumenti fondamentali per incidere sul miglioramento dell'ambiente.

  Gianfranco Bologna, con questo suo libro, va ben oltre il semplice volume divulgativo. E' un vero e proprio testo di studio e di approfondimento che espone in forma ordinata e sistematica una disciplina, la sostenibilità ambientale, di per sé complessa, sia con finalità divulgativa, sia come compendio di informazioni e nozioni fondamentali per approcciarsi e operare in una realtà in continuo divenire. Un libro che non può mancare a chiunque, per studio o per interessi personali, si interroghi sullo “stato delle cose” del nostro pianeta. (m.m.)

 

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