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Acqua e qualità della vita

 

Il film Strane storie. Racconti di fine secolo (Sandro Baldoni 1994) iniziava con un episodio in cui il protagonista, essendosi dimenticato di pagare la bolletta dell'aria, rischia di morire per soffocamento se non salda entro meno di un'ora il suo debito con le istituzioni. All'epoca in cui il film uscì, tale tipo di umorismo poteva essere definito al massimo “grottesco”: ma oggi si rivela profetico, o quanto meno plausibile. Se non ancora l'aria, di sicuro l'energia, il petrolio e l'acqua sono beni preziosi che stiamo estinguendo rapidamente con incredibile nonchalance .

  Non tutti, a dire il vero, trascurano il problema. Almeno a Bologna, dove viviamo, e dove le bollette dell'acqua sono fra le più alte d'Italia, la questione è particolarmente sentita a molti livelli: dal cartello affisso nella vetrina di un negozio che vende prodotti per la cura del corpo, e che recita: “Risparmiate acqua: fatevi la doccia in due!”; alla simpatica associazione Vitruvio, che in pochi anni ha rimesso in funzione alcuni canali navigabili del centro storico e sta portando avanti il progetto di illuminarli mediante l'energia prodotta… da un economico mulino ad acqua; fino al Finz Festival 2008 Acqua Madre Matrigna (rassegna della produzione cinematografica internazionale sul tema dell'acqua) e al progetto “Acqua preziosa” promosso dal Comune. Per non parlare del noto collettivo di scrittori Wu Ming, da sempre impegnati nella salvaguardia dell'ambiente, i quali nel corso delle presentazioni dei loro libri hanno più volte raccomandato al pubblico di ridurre allo stretto necessario il flusso dello sciacquone.

  Del resto, come riporta Giulio Conte , l'autore del simpatico quanto preoccupante Nuvole e sciacquoni (Edizioni Ambiente 2007, pp. 205, con una bella prefazione di Alberto Angela ), lo stesso ex sindaco di Londra era solito ripetere “If it's yellow let it yellow, if it's brown flush it down”, una frase che se causava scandalo fra i benpensanti, traduceva in maniera inequivocabile il giustificato allarme riguardante lo stato attuale delle risorse idriche a livello nazionale e mondiale.

  Ma vediamo qualche dato: da un lato stiamo ormai usando acqua “fossile”, cioè acqua che non si può rinnovare, dall'altro occorrono 5000 litri d'acqua per produrre una sola bistecca. Giustamente Conte parla di una “coperta troppo corta”.

  Ripercorrendo la storia sociale (e morale) dell'igiene, l'autore ci fa riflettere su molte scelte sbagliate che sono state fatte in vari periodi del passato, e che richiederebbero oggi una vera e propria rivoluzione culturale per essere sanate. Ma si sofferma anche a illustrare i piccoli passi che ognuno di noi potrebbe intraprendere nella vita normale di tutti i giorni.

  Prerogativa di Nuvole e sciacquoni è di rivolgersi a tutti i lettori accomunati dal desiderio di valorizzare l'acqua ed evitarne gli sprechi, conducendoli verso una conoscenza sostenuta da indicazioni tecniche ed esempi pratici di come utilizzare al meglio l'acqua piovana, trattare le acque grigie e nere e convogliare le stesse “acque nere” nella rete fognaria. Utili le descrizioni di esperienze per una “gestione sostenibile” delle acque nelle città e le indicazioni per realizzare le reti di distribuzione idrica, le reti fognarie e la successiva depurazione delle acque.

  Si tratta di soluzioni tecniche diversificate, provenienti e convalidate da esperienze sul campo, tutte orientate alla piena valorizzazione dell'acqua e dell'ambiente circostante. Orientamenti che si concretizzano specie a conclusione del libro, quando Giulio Conte affronta il “caso acqua” dal punto di vista politico. Gestione dell'acqua pubblica o privata? Come deve essere l'approccio alla gestione delle acque ?

  Il libro di Giulio Conte si rivolge a diverse fasce: le imprese, gli enti pubblici, i ricercatori, i politici, ma anche i singoli cittadini e i giovani, che potrebbero e dovrebbero attivarsi anche a livello individuale per una gestione sostenibile dell'acqua che comprenda la semplice chiusura del rubinetto mentre si insaponano i piatti o ci si rade, o l'utilizzazione di un comune frangigetto/rompigetto. Dati alla mano, Conte ci invita a promuovere in generale una cultura dell'acqua non legata allo sfruttamento ma all'ecosostenibilità: limitare i consumi, raccogliere come si faceva un tempo l'acqua piovana, separare acque nere e grigie, ridurre gli sprechi, prediligere le tecniche di depurazione naturale, fino a creare “tetti verdi” (che, fra l'altro, sono materia di un corso interessante promosso dall'associazione Maja sul verde pensile).

  Fra i tanti interrogativi figurano anche proposte che ogni amministratore pubblico dovrebbe accogliere per soddisfare il principio basilare di lasciare alle generazioni future un ambiente le cui risorse primarie siano ancora utilizzabili.

(a.c. & m.m.)

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